
Autonomia delle auto elettriche, ecco quello che bisogna sapere…
Quali sono le differenze fra le autonomie dichiarate e quelle reali? E come fare per capire quanta strada si può fare realmente con una vettura a batteria? Ecco una piccola guida per non sbagliare
“Quanto fa con una ricarica?” E’ questa la prima domanda che tutti chiedono davanti a un’auto elettrica perché – è stato provato statisticamente da ricerche di mercato di ogni tipo – l’ansia da ricarica è in cima a tutti i pensieri degli automobilisti quando iniziano a pensare di abbandonare il classico diesel o benzina in favore di una vettura a batteria. In realtà a questa domanda è sempre difficile rispondere con chiarezza perché in fase di omologazione si riescono a raggiungere risultati a volte difficili da replicare nell’uso normale.
L’autonomia standard di tutti i mezzi elettrici, dal 2018, deve essere indicata secondo il metodo WLTP, che significa Worldwide Harmonised Light-Duty Vehicles Test Procedure e questo consente di avere un parametro uguale per tutti. Si tratta di una procedura di prova standardizzata a livello mondiale, vincolante per tutte le Case auto, che permette di fare almeno un confronto tra diverse vetture elettriche. Leggendo i dati però è importante fare attenzione al valore combinato tra ciclo urbano, extraurbano e autostradale. Dipende tutto da questo più che dal modo d’uso (che incide tanto comunque, vero). Non va dimenticato infatti che lo standard WLTP è un ciclo omologativo che si svolge su una percorrenza complessiva di 23,25 km, si basa su 4 diverse fasi divise tra guida urbana (52%) ed extra urbana (48%) e dura 30 minuti. Quindi se si usa l’auto solo in città o solo fuori città cambia tutto. E’ vero poi che il ciclo Wltp rilascia dati più vicini alla realtà rispetto alla precedente omologazione Nedc ( New European Driving Cycle), ma ancora si trovano differenze importanti tra realtà e dichiarato.
Questo dipende anche dal tipo di guida perché le auto elettriche pur offrendo tanti vantaggi vanno guidate in modo completamente diverso rispetto alle vetture con motore a scoppio: bisogna imparare a gestire il rilascio dell’acceleratore aumentando questa fase il prima possibile, evitare inutili accelerazioni e usare con parsimonia gli accessori elettrici. Ma la cosiddetta “ansia da ricarica” può anche essere annullata da una efficace rete di ricarica. Ecco perché LeasePlan ha recentemente aperto una stazione di ricarica a Fidenza e Chiusi e a breve ne aprirà un’altra sulla tratta Milano-Roma. La strategia della diffusione dell’auto elettrica non può ignorare la capillare diffusione delle infrastrutture di ricarica.
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