crisi-adblue

AdBlue in esaurimento: a rischio i trasporti

Tempo di lettura 6 minConducenti
La crisi dell’AdBlue rischia di penalizzare i veicoli diesel più ecologici, a causa dell’esaurimento delle scorte dell’additivo diesel.
Condividi questo

AdBlue introvabile, in crisi il settore trasporti

AdBlue: crisi e prezzi dell’additivo diesel

L’AdBlue è un importante additivo per i motori diesel di ultima generazione, utilizzato anche per il trasporto pesante, un prodotto essenziale per ridurre le emissioni inquinanti. La crisi dell’AdBlue rischia di provocare seri danni al settore, a causa della riduzione nella produzione con le scorte che sono in esaurimento.

Che cos’è l’additivo AdBlue e a cosa serve

AdBlue è la dicitura adottata a livello internazionale per indicare un particolare additivo per il diesel, sviluppato appositamente per il settore automobilistico e industriale. È conosciuto anche come DEF (Diesel Exhaust Fluid), ed è composto da una soluzione di urea (in quantità variabile dal 31,8% al 33,3%) e di acqua demineralizzata.

La finalità dell’additivo AdBlue è quella di ridurre le emissioni di gas serra nei motori diesel, in particolare quelle di ossidi di azoto NOx. Si tratta di una tecnologia applicata ai veicoli dotati di sistema SCR (Selective Catalyst Reduction), un dispositivo innovativo per la riduzione catalitica selettiva conforme alle direttive europee sulle emissioni dei veicoli diesel.

L’SCR è il catalizzatore più utilizzato per diminuire le emissioni atmosferiche nei mezzi diesel, in quanto è il sistema più efficiente disponibile oggi, specialmente per i motori diesel di nuova generazione. Per questa sua utilità l’AdBlue viene anche chiamato comunemente composto antismog, poiché è fondamentale per consentire ai veicoli diesel di rispettare le severe norme UE antinquinamento.

Come funziona l’uso dell’AdBlue nei veicoli diesel

I veicoli diesel di recente costruzione sono equipaggiati con il catalizzatore SCR, il quale per funzionare e abbattere le emissioni di NOx ha bisogno di un rabbocco periodico di AdBlue. Senza l’additivo il dispositivo non funziona, pertanto in assenza dell’AdBlue il mezzo circolerebbe senza questo prezioso sistema di riduzione dell’inquinamento.

Per evitarlo le leggi prevedono che senza un livello minimo di AdBlue non sia possibile avviare il motore, quindi di fatto non è possibile utilizzare il veicolo se manca l’additivo. Per questo motivo i mezzi sono dotati di apposite spie che segnalano tempestivamente la necessità di provvedere al rabbocco dell’AdBlue, con un avviso che deve attivarsi almeno 2400 Km prima del suo esaurimento.

I veicoli più moderni segnalano anche l’autonomia residua dell’additivo, mostrando quanti chilometri si possono ancora percorrere prima che l’AdBlue finisca. La durata dell’additivo dipende da vari fattori, tra cui lo stile di guida, ad ogni quello principale è la capienza del serbatoio dell’AdBlue che può andare in genere da 11 fino a un massimo di 30 litri.

In media è possibile percorrere circa 10 mila Km senza bisogno di aggiungere dell’additivo nel serbatoio, dopodiché la necessità del rabbocco dipende dai fattori appena citati. Alcuni veicoli possono montare anche due SCR, tra cui alcuni mezzi di categoria Euro 5 e 6, quindi possono richiedere un utilizzo superiore di AdBlue a fronte di una maggiore riduzione degli ossidi di azoto.

Bonus revisione auto: come richiederlo?

La richiesta del bonus veicoli sicuri deve può effettuata soltanto online, attraverso l’apposita piattaforma digitale sviluppata dal Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili. I contributi saranno erogati fino all’esaurimento delle risorse, perciò verranno rimborsate soltanto le prime 402 mila richieste presentate in ordine temporale.

Il portale per la domanda del bonus revisione auto sarà operativo soltanto a partire dal 21 dicembre 2021, ovvero dal 60° dopo la pubblicazione del decreto del MIMS nella Gazzetta Ufficiale. Da tale data sarà possibile presentare la richiesta online, con accesso tramite SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale), CIE (Carta d’Identità Elettronica) oppure CNS (Carta Nazionale dei Servizi).

Una volta all’interno della piattaforma del MIMS è necessario fornire le seguenti informazioni:

Il veicolo sul quale si richiede il bonus può essere intestato a una persona fisica, oppure a una società qualora l’azienda proprietaria del mezzo conferisca l’incarico al richiedente. Dopo le verifiche è la CONSAP (Concessionaria Servizi Assicurativi Pubblici) ad erogare il contributo, eseguendo il bonifico sul conto corrente indicato.

In questo processo i centri revisione auto non hanno alcun ruolo; infatti, bisogna effettuare il normale controllo del veicolo, pagare l’officina convenzionata e successivamente richiedere il rimborso. L’operazione è a carico del proprietario del mezzo, il quale deve inoltrare la domanda e accreditarsi per la ricezione del bonus.

AdBlue: i motivi della crisi dell’additivo diesel

I motivi della crisi dell’AdBlue sono legati soprattutto alla produzione del suo componente principale, ovvero l’urea. Questa sostanza viene prodotta come derivato dell’ammoniaca, la quale a sua volta è ottenuta dall’azoto distillato dall’aria e dall’idrogeno, quest’ultimo prodotto con un processo di estrazione dal gas metano.

È proprio il gas metano il problema del rincaro dell’AdBlue, infatti questo combustibile fossile ha subito un forte incremento di prezzo nell’ultimo anno, causando tra l’altro un pesante caro energia sulle bollette. Nel nostro Paese la domanda di AdBlue viene soddisfatta per il 60% nello stabilimento Yara di Ravenna, l’unico produttore in Italia, mentre il resto viene coperto con l’importazione dall’estero.

A causa di diversi fattori, tra cui l’aumento elevato del gas metano, alcuni stabilimenti in Europa hanno bloccato o rallentato la produzione dell’additivo diesel. Anche la Yara di Ravenna ha recentemente sospeso la produzione di AdBlue per un mese, un’interruzione che ha avuto pesanti ripercussioni sul prezzo dell’additivo.

AdBlue: i prezzi oggi in Italia

La riduzione dell’offerta di AdBlue ha provocato un incremento generalizzato dei prezzi di mercato, il quale in alcuni casi è raddoppiato in appena poche settimane. Il costo dell’AdBlue all’ingrosso è tra 350 e 500 euro per mille litri, mentre appena poco tempo fa aveva un prezzo di mercato compreso tra 200 e 250 euro per mille litri.

Al dettaglio il prezzo dell’AdBlue è oggi di circa 25-30 euro per una tanica da 10 litri, mentre una confezione da 5 litri costa intorno ai 17-20 euro. Il prezzo dell’additivo diesel è dunque salito a 2,5-3 euro al litro, un rincaro significativo considerando che alcune settimane fa si poteva acquistare ad un prezzo di 0,70-2 euro al litro.

Inoltre, sta diventando sempre più difficile riuscire a comprare l’AdBlue, in quanto la riduzione della produzione ha iniziato a causare l’esaurimento delle scorte da parte di alcuni rivenditori. Il rischio è il blocco del veicolo diesel, con il mezzo che senza l’additivo potrebbe fermarsi in strada e rendere impossibile riavviare il motore senza l’AdBlue.

Ovviamente le Istituzioni devono trovare rapidamente una soluzione, altrimenti un sistema introdotto per rendere più ecologici i veicoli diesel potrebbe provocare uno svantaggio. Di fatto, il blocco dei mezzi diesel meno inquinanti potrebbe favorire i veicoli circolanti meno ecologici, i quali non avendo il catalizzatore SCR e non usando l’AdBlue non sono soggetti a questa problematica.

Le alternative ecologiche ai veicoli diesel con AdBlue

Una soluzione per risolvere la crisi dell’AdBlue nei veicoli diesel è il passaggio alla mobilità sostenibile, sostituendo questi mezzi con un modello ibrido o elettrico. In questo modo è possibile evitare il rabbocco periodico dell’additivo, riducendo drasticamente le emissioni inquinanti soprattutto grazie alla mobilità 100% elettrica.

Questa opzione è particolarmente accessibile al giorno d’oggi per i privati, i professionisti e le flotte aziendali, grazie alla disponibilità di un’ampia scelta di veicoli commerciali ibridi ed elettrici e di auto ecologiche per i privati. Oltre alla diminuzione dei gas serra i veicoli green garantiscono importanti vantaggi e agevolazioni, dal risparmio sul bollo auto all’accesso gratuito nelle ZTL.

Con il noleggio a lungo termine il passaggio alla mobilità ecologica è ancora più versatile ed economicamente sostenibile, con la possibilità di pagare un canone mensile tutto compreso senza un investimento iniziale elevato. Inoltre, si possono ottenere tanti servizi inclusi nella tariffa, personalizzando il servizio in base alle proprie esigenze di mobilità.

contact-block-nl-105-105 Iscriviti a What's next? la newsletter di LeasePlan Italia per ricevere le ultime notizie sul mondo automotive e contenuti premium direttamente via email.

Condividi questo
Pubblicato il 9 dicembre 2021
Questo articolo è stato utile?
9 dicembre 2021
Condividi questo

Articoli correlati

Modelli auto
Auto familiari: 5 modelli tra cui scegliere19 luglio 2022 - Tempo di lettura 5 minArrowRight
Modelli auto
Noleggio auto a lungo termine sotto i 300 euro09 gennaio 2022 - Tempo di lettura 4 minArrowRight
Modelli auto
Toyota Mirai: autonomia, interni e scheda tecnica31 maggio 2021 - Tempo di lettura 4 minArrowRight