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Studio Ford: “Gli europei in prima linea nella lotta al cambiamento climatico”

Tempo di lettura 4 minSostenibilità
Ecco il “Climate Countdown”, l'ultimo di una serie di report sulla strategia Go Electric di Ford
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Rinunciano a viaggiare in aereo, mangiare carne e comprare vestiti nuovi: secondo uno studio Ford gli europei sono davvero in prima linea nella lotta al cambiamento climatico. Già perché secondo questa ricerca una percentuale significativa di europei è disposta a limitare l'acquisto di vestiti nuovi (34%), a ridurre l’uso dell’auto personale (34%), a rinunciare a viaggiare all'estero in aereo (25%) e a non mangiare carne (15%).

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Rinunciano a viaggiare in aereo, mangiare carne e comprare vestiti nuovi: secondo uno studio Ford gli europei sono davvero in prima linea nella lotta al cambiamento climatico. Già perché secondo questa ricerca una percentuale significativa di europei è disposta a limitare l'acquisto di vestiti nuovi (34%), a ridurre l’uso dell’auto personale (34%), a rinunciare a viaggiare all'estero in aereo (25%) e a non mangiare carne (15%). Si chiama infatti “Climate Countdown”, l'ultimo di una serie di report sulla strategia Go Electric di Ford, rileva che la stragrande maggioranza degli europei (una media del 90 per cento in ciascuno degli 8 Paesi presi in esame) avverte una certa responsabilità individuale nella lotta al cambiamento climatico. Interpellati sulle principali tematiche che l'Europa è chiamata ad affrontare oggi, che riguardano argomenti come il razzismo, la salute mentale e il riassetto dell'economia, la necessità di avere un piano globale per affrontare il cambiamento climatico è considerato tra le priorità più importanti, seconda solo alla ripresa post Covid-19. Se da una parte il 29% degli intervistati ritiene essenziale avere un piano per fronteggiare il cambiamento climatico, la stessa percentuale (29%) avverte la necessità immediata di mettere in atto misure più severe per porre un freno a questa situazione.

Secondo l’indagine, gli europei si dicono disposti a rinunciare all’uso della plastica (45%), a ridurre il consumo di energia (45%) e ad acquistare beni a km zero (35%). C’è poi una percentuale sostanziale di persone propensa a limitare l’acquisto di vestiti nuovi e la stessa percentuale ha precisato, inoltre, di essere disposta a utilizzare meno la propria auto (34%), mentre il 25% si dice pronto a rinunciare a viaggiare all'estero in aereo. Solo una piccola minoranza del 4% sostiene di non essere intenzionata a fare sacrifici. La ricerca sottolinea anche una grande aspettativa da parte dei consumatori verso le aziende eco-friendly: l'87% degli intervistati in Europa ha detto che è importante acquistare prodotti da aziende rispettose dell’ambiente o carbon neutral, con il 56% che la definisce una priorità molto importante (40%), se non la più importante (16%).

Nello specifico, la ricerca - realizzata attraverso una serie di sondaggi condotti a ottobre scorso da un’agenzia indipendente tra 14mila adulti in otto differenti Paesi europei - sottolinea il primato dell’Italia, quando si parla di senso di responsabilità per la tutela dell’ambiente. Il nostro Paese, infatti, si posiziona al primo posto della classifica, appena davanti alla Spagna, con il 94% degli intervistati che ammette di avvertire l’urgenza di dover fare la propria parte nella lotta al cambiamento climatico. E se da un lato gli italiani si dicono propensi a limitare l’uso dell’auto (il 37% degli intervistati è favorevole), dall’altro non contemplano, tra i comportamenti virtuosi da considerare prioritari, quello di frenare gli acquisti di vestiti nuovi, prerogativa della popolazione britannica. D’altro canto, un quarto della popolazione italiana (il 26% rispetto alla media europea del 16%) si dice favorevole a comprare prodotti da aziende ecosostenibili e carbon neutral, sottolineando la necessità di mettere in atto il prima possibile misure più severe nell’ambito del piano condiviso per la tutela dell’ambiente (36%).

Se si prendono in considerazione, invece, gli atteggiamenti dei clienti europei nei confronti dei veicoli elettrici, dalla ricerca emerge un aumento della percezione tra il pubblico che essi possano rappresentare il futuro della mobilità (37%), non senza, però, alcune limitazioni. Le preoccupazioni legate all’autonomia e all'ansia da ricarica sono ancora tra i problemi più significativi percepiti dai consumatori, con il 39% che esprime perplessità in merito a dove poter caricare il proprio veicolo, il 24% che considera l'infrastruttura carente e il 30% che ritiene i veicoli elettrici ancora non idonei ad affrontare lunghi viaggi. Anche in questo caso, analizzando in dettaglio, si scopre che sono proprio gli italiani a rivelarsi i più fiduciosi - a livello europeo - quando si parla del completamento della transizione all’elettrico entro il 2030 (70%). A seguire, in questa speciale classifica, si posizionano la Francia (69%) e la Norvegia (67%), mentre la Germania rappresenta il fanalino di coda, mostrando tutto il suo scetticismo con appena il 58% degli intervistati che pensa che il passaggio al full electric possa riuscire a rispettare le tempistiche annunciate.

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Pubblicato il 14 dicembre 2021
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14 dicembre 2021
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