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Gli e-fuels? Nelle auto sono un bluff

Tempo di lettura 2 minSostenibilità
L’esclusione delle auto alimentate dagli e-fuels dal fine vendita di nuovi veicoli endotermici in Europa non contribuirebbe alla decarbonizzazione della flotta esistente
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Contrariamente a quanto sostenuto dai produttori, l’esclusione delle auto alimentate dagli e-fuels dal fine vendita di nuovi veicoli endotermici in Europa non contribuirebbe alla decarbonizzazione della flotta esistente. L’analisi di Transport & Environment è spietata e rivela infatti che i combustibili sintetici potranno alimentare nel 2035 solo 5 dei 287 milioni di veicoli totali circolanti nella UE.

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Ma entriamo nel dettaglio della ricerca che di fatto smentisce le affermazioni dell’industria dei combustibili fossili che sostiene che una deroga al phase out 2035 per le auto alimentate con carburanti sintetici contribuirebbe allo sviluppo di questa tecnologia, rendendo possibile la decarbonizzazione dell’intera flotta esistente. Ma i conti non tornano.

“Alla data prevista per il fine vendita di nuove auto con motore a scoppio, infatti – spiegano i ricercatori - la produzione di carburanti sintetici sarà ancora in una fase embrionale. La nostra analisi - che si basa sulle previsioni dei volumi stimati dall’industria - mostra che nel 2035 saranno solo 5 milioni le auto in grado di essere alimentate esclusivamente con combustibili sintetici. Ovvero una quota minima - appena il 2% - dei 287 milioni di esemplari in circolazione in quel momento nel Continente. Secondo T&E gli e-fuels per auto sono solo “un cavallo di Troia” utilizzato dalle compagnie petrolifere e dai produttori di motori a scoppio per ritardare la transizione verso tecnologie a zero emissioni. L’organizzazione invita pertanto i legislatori europei a resistere alle pressioni dell'industria che vorrebbe ottenere una scappatoia legislativa per permettere la vendita di nuove auto a combustione anche dopo il 2035”.

Quindi? Che fare?

I carburanti sintetici vengono presentati come una soluzione carbon-neutral per decarbonizzare la flotta esistente, ma sono gli stessi dati dell’industria a mostrare che essi saranno in grado di alimentare solo una minima parte delle auto in circolazione. In realtà i produttori di carburanti e i costruttori di motori endotermici stanno solo cercando di mantenere in vita oltre il necessario gli inefficienti motori a combustione interna. I legislatori chiudano la porta a questo cavallo di Troia dell’industria fossile.

Veronica Aneris, Direttrice di Transport & Environment Italia

Secondo l’organizzazione, i piani dell’industria di importare su vasta scala carburanti sintetici carbon-neutral non sono realistici poiché non esistono impianti di produzione né tantomeno standard globali per certificare tali carburanti. Inoltre si rallenterebbe lo sforzo delle economie meno sviluppate nel decarbonizzare i loro propri settori dei trasporti e dell'energia.

La combustione di tali carburanti - chimicamente uguali agli idrocarburi fossili - non contribuirà inoltre a ridurre le emissioni tossiche di quella che resta una delle principali fonti di inquinamento dell’aria. Lo scorso anno, infatti, test di laboratorio hanno dimostrato che le auto alimentate da e-fuels rilasciano la stessa quantità di ossidi di azoto emessa dai veicoli tradizionali. Infine, la produzione di carburanti sintetici continuerà a essere particolarmente costosa ancora per diversi anni, con una spesa media di utilizzo a cinque anni per automobilista che supera di oltre 10.000 euro quella sostenuta nello stesso periodo di tempo per alimentare un’auto elettrica.

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Pubblicato il 13 ottobre 2022
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13 ottobre 2022
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