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Porsche 911 Carrera RS 2.7, cinquant’anni per il mito

Tempo di lettura 4 minModelli auto
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Compie 50 anni la famosa "Coda d'anatra", la Porsche più famosa di sempre, la RS 2.7 ribattezzata così per via del suo singolare spoiler posteriore. A partire dal 20 settembre 2022, il Museo Porsche presenterà una mostra speciale dedicata ai 50 anni della 911 Carrera RS 2.7.

È stata l'auto tedesca di serie più veloce del suo tempo ed è il primo modello di serie dotato di spoiler anteriore e posteriore: da qui il mito. Ma un mito inaspettato: inizialmente, Porsche aveva previsto di realizzare 500 esemplari della vettura al fine di omologare la 911 Carrera RS 2.7 tra le vetture del Gruppo 4 Special GT. Diventò così un veicolo omologato per la circolazione su strada rivolto ai clienti che desideravano anche partecipare alle gare. Il 5 ottobre 1972, il nuovo modello è stato presentato al Salone dell'automobile di Parigi, svoltosi a Porte de Versailles. Entro la fine di novembre, tutti e 500 gli esemplari erano stati venduti. Porsche rimase sorpresa dal successo ottenuto dalla vettura e riuscì a triplicare le cifre di vendita entro il luglio 1973. Ne furono costruite complessivamente 1.580 unità e, una volta prodotta la millesima vettura, la Porsche 911 Carrera RS 2.7 ottenne l'omologazione per il Gruppo 3 e per il Gruppo 4. Il pacchetto di equipaggiamento opzionale M471 spinse Porsche a costruire 200 esemplari in versione alleggerita "Sport". Successivamente, sono state realizzate altre 55 unità della versione da corsa, 17 veicoli base e 1.308 versioni touring (M472).

Sulla 911 Carrera RS 2.7 "Light" (M471), gli interni sono stati ridotti all'essenziale, in base alle richieste del cliente e alla data di produzione. Tra le altre cose, sono stati eliminati i sedili posteriori, i rivestimenti in moquette, l'orologio, i ganci appendiabiti e i braccioli. Su richiesta dei clienti, due gusci di sedile leggeri hanno sostituito i sedili sportivi più pesanti. Anche lo stemma Porsche sul cofano veniva inizialmente incollato. Rispetto al pacchetto di equipaggiamento "Touring" (M472), la "Sport" pesava 115 kg in meno, con un peso in ordine di marcia di 960 kg. Il prezzo di vendita era di 34.000 marchi tedeschi. Il pacchetto Sport (M471) costava 700 marchi tedeschi, mentre il pacchetto Touring (M472) veniva proposto a 2.500 marchi tedeschi. La versione della 911 Carrera RS 2.7 era dunque definita dal pacchetto di equipaggiamenti scelto.

Il motore flat-six da 2,7 litri a iniezione erogava una potenza di 210 CV a 6.300 giri/min, sviluppando 255 Nm di coppia a 5.100 giri/min. La versione Sport era quindi in grado di accelerare da 0 a 100 km/h in 5,8 secondi, facendo della 911 Carrera RS 2.7 la prima vettura di serie a superare la soglia dei sei secondi fissata dalla testata specializzata tedesca "auto, motor und sport". La velocità massima superava i 245 km/h (Touring: 6,3 secondi, 240 km/h). La RS 2.7 rappresentava così la sintesi ideale tra peso, prestazioni, aerodinamica e maneggevolezza.

La carrozzeria era interamente orientata alla riduzione del peso. Lamiere sottili, cristalli sottili, parti in plastica e l'eliminazione dell'isolamento contribuirono a ridurre il peso totale delle auto da corsa al di sotto dei 900 kg richiesti per l'omologazione del nuovo modello. Al contempo venne migliorata l'aerodinamica. L'obiettivo era ridurre al minimo la portanza sull'asse anteriore e posteriore alle alte velocità, per garantire una maneggevolezza più neutra. Per la prima volta, gli ingegneri Hermann Burst e Tilman Brodbeck, insieme al designer Rolf Wiener, realizzarono uno spoiler posteriore, collaudandolo nella galleria del vento e sui circuiti di prova. L’intenzione era quella di mantenere la linea formale chiusa della carrozzeria della 911, di compensare gli inconvenienti del posteriore inclinato con misure adeguate e stilisticamente appropriate e di migliorare le prestazioni aerodinamiche della 911.

Con la modifica dei regolamenti per i prototipi sportivi, che impedirono ulteriori sviluppi per via del nuovo limite di cilindrata di tre litri, Porsche chiuse un'epoca di grandi successi. Dopo il debutto nelle competizioni di una 911 Carrera RSR (racing-sport-racing) con carrozzeria sensibilmente allargata al Tour de Corse nel novembre 1972, nel 1973 Porsche decise di iniziare un nuovo capitolo della storia di successo della 911. All'inizio di febbraio di quell'anno, una RSR pilotata da Peter Gregg e Hurley Haywood tagliò il traguardo della 24 Ore di Daytona con 22 giri di vantaggio: un inizio brillante della nuova stagione. Herbert Müller e Gijs van Lennep si aggiudicarono la Targa Florio nel maggio 1973. "La vittoria fu importante per noi perché evidenziò come la RSR con l'alettone maggiorato fosse molto veloce sui circuiti e nelle tappe dei rally", ricorda Falk. Nella sua prima stagione, la 911 Carrera RSR vinse tre campionati internazionali e sette nazionali, gettando le basi del successo che la 911 avrebbe avuto nei decenni successivi. Alla International Race of Champions (IROC), tenutasi nell'ottobre 1973, lo statunitense Roger Penske schierò 12 911 Carrera RSR 3.0 identiche, in cui si sfidarono piloti di diverse categorie.

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Pubblicato il 8 giugno 2022
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8 giugno 2022
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