
Progetto PAsCAL: resi noti i risultati del “Pilota 5”
I dati della ricerca del progetto europeo volto a sviluppare una mappa multidimensionale dell'accettazione da parte del pubblico dei livelli superiori di Veicoli Connessi e Autonomi
L’84% degli utenti vulnerabili (anziani, donne incinte, disabili, viaggiatori con bagagli pesanti, genitori con passeggino) ritiene che un ambiente di trasporto connesso li aiuterà a usare i trasporti pubblici in modo più agevole e autonomo; il 90% considera importante un'elevata autonomia nella mobilità quotidiana; il 62% pensa che gli ambienti di trasporto connessi ridurranno della metà i tempi degli spostamenti, e il 47% è disposto a pagare per questo tipo di servizio.
Sono queste le indicazioni essenziali del “Pilota 5” del Progetto PAsCAL – acronimo di “Enhance driver behaviour and Public Acceptance of Connected and Autonomous vehicLes” (Migliorare il comportamento del conducente e l'accettazione pubblica dei veicoli connessi e autonomi). Un progetto europeo volto a sviluppare una mappa multidimensionale dell'accettazione da parte del pubblico dei livelli superiori di Veicoli Connessi e Autonomi (CAV), evidenziando eventuali criticità in materia, in particolare indagando le nuove esigenze di “autista” considerando diverse modalità e servizi di mobilità. L'obiettivo di PAsCAL è, infatti, quello di creare una “Guide2Autonomy” (G2A), un insieme di linee guida e raccomandazioni per accelerare l'evoluzione user-friendly di veicoli e sistemi di trasporto automatizzati connessi.
La sperimentazione è stata effettuata con l’applicazione Apertum: una piattaforma digitale che consiglia, in tempo reale, percorsi e trasferimenti migliori - eliminando i non accessibili - e avverte dei possibili ostacoli.
I partecipanti hanno utilizzato Apertum per seguire quattro diversi itinerari all'interno del complesso e connesso sistema di trasporto di Madrid e partecipato ad una serie di test e focus group per capire, sulla base delle loro esperienze di viaggio, quale fosse l’interfaccia-utente migliore e il grado di utilità dell’applicazione.
Tre le principali criticità emerse nel corso della sperimentazioni ci sono state grandi preoccupazioni per l’interazione tra CAV e mobilità tradizionale, per ragioni etiche relative a scelte e decisioni degli algoritmi, ma anche una terminologia CAV troppo astratta e una carenza di informazioni su accessibilità dei trasporti pubblici.
Sistemi di navigazione, app di ridesharing (Uber, app per taxi, ecc.) e funzionalità connesse (es. sugli autobus: l'indicatore della fermata successiva), sono risultate le funzionalità CAV più familiari. Meno user-friendly, invece, sistemi quali cruise control adattivo e sterzo automatico. Gli HMI (human-machine interface: interfaccia uomo-macchina) a bordo dei CAV, dovrebbero, infine, essere dotati di più opzioni di utilizzo (es. attivazione audio e vocale), mentre, per garantire la sicurezza delle persone ipovedenti nei dintorni, i veicoli dovrebbero comunicare con il loro ambiente tramite segnali acustici.
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