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Così cambiano gli spostamenti in città

Tempo di lettura 2 minFuturo della mobilità
Quasi 1 italiano su 2 (46%) ha ridotto l'uso dell'auto, specialmente nel tempo libero, pur di risparmiare. L'auto diventa, così, sempre meno uno status symbol e si rafforza la tendenza di utilizzare maggiormente i mezzi di trasporto
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I numeri parlano chiaro: quasi 1 italiano su 2 (46%) ha ridotto l'uso dell'auto, specialmente nel tempo libero, pur di risparmiare. L'auto diventa, così, sempre meno uno status symbol e si rafforza, parallelamente, una tendenza a cui la pandemia aveva dato il via, ovvero quella di utilizzare maggiormente i mezzi di trasporto a due o tre ruote per gli spostamenti in città e nel tempo libero: si tratta di veicoli più economici e più idonei per personalizzare, adattare e programmare meglio la propria esperienza di viaggio, utilizzati in sharing, una tendenza che da qualche anno sta prendendo sempre più piede nelle grandi città italiane. L’analisi arriva da Repower, gruppo attivo nel settore energetico e della mobilità sostenibile, fotografa la mobilità in città nella settima edizione del White Paper 'La mobilità sostenibile e i veicoli elettrici'.

La convivenza tra veicoli a quattro ruote e micromobilità urbana è una sfida in termini di sicurezza. In Italia nel 2022 - ricorda l'analisi di Repower - si sono verificati 3.476 gli incidenti che hanno coinvolto biciclette e monopattini elettrici insieme ad altri veicoli.

In testa alla classifica c'è Milano, con 1.214 incidenti, poi Roma, Bologna, Firenze e Verona. Nei primi otto mesi del 2022 ben 105 ciclisti hanno perso la vita sulle strade italiane. "Un numero che deve fare riflettere sulla necessità di ripensare il concetto di mobilità urbana mettendo le persone al centro, adeguando il tessuto urbano e lo stile di guida di tutti i conducenti di veicoli", si legge.

"Tra i nuovi modelli urbani che vengono proposti per conciliare tra loro i nuovi volti della mobilità sta facendo parlare di sé quello teorizzato dall'urbanista svizzera Lydia Bonanomi. L'idea alla base di tale modello è quella di ridurre la velocità del traffico veicolare a 30 km/h nei centri urbani. Una trasformazione - ricorda l'analisi - che permetterebbe di "ridurre l'inquinamento acustico dell'aria, diminuire il consumo di carburante, aumentare la sicurezza sulle strade e recuperare suolo e qualità dello spazio pubblico. La logica di una 'Città 30' si contrappone al modello auto-centrico attuale che comporta, mediamente in Italia, l'occupazione dell'80% dello spazio pubblico e che per il 40% dei casi comporta spostamenti inferiori a 4 km".

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Pubblicato il 9 marzo 2023
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9 marzo 2023
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